Salgari Emilio - Il bramino dell'Assam, Epub, Mobi, Pdf, Azw3, Lit - Ita TNT Village


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Il Bramino dell'Assam - Emilio Salgari
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Description





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Autore: Salgari Emilio
1ª ed. originale: 1911
Lingua: Italiano
Pagine: 186
Dimensione del file: 5,16 Mb
Formato del file: Epub, Mobi, Pdf, Azw3, Lit
Editore: Bemporad
Collana: Ciclo dei pirati della Malesia
Genere: Romanzo
Sottogenere: Avventura
ISBN: 1477624856

[font=Optima][SIZE=21][color=#222222]Trama[/SIZE][/color][/font]
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Il bramino dell'Assam è un romanzo di Emilio Salgari pubblicato nel 1911 a Firenze da Bemporad, nono volume del ciclo indo-malese. Il libro può essere considerato la prima parte di una unica unità narrativa che prosegue con La caduta di un impero e termina con La rivincita di Yanez.

La storia è ambientata nell'Assam, uno degli stati dell'India di cui l'ex pirata Yanez è ora il principe avendo sposato la principessa Surama. Nel giro di pochi giorni tre ministri del regno muoiono avvelenati: si tratta evidentemente di un complotto che vuole attentare alla stabilità del regno. Yanez insieme agli amici Kammamuri e Tremal-Naik cerca di sventare la cospirazione che è stata organizzata dal deposto rajah Sindhia; dopo un inseguimento che si svolge nei canali sotterranei delle fogne della capitale cattura uno dei capi della cospirazione, che tenta di nascondersi travestendosi da bramino (da cui il titolo del libro). Il finto bramino, portato nel palazzo reale per essere interrogato, rivela una straordinaria capacità di ipnotizzatore e – soggiogata con un semplice sguardo la volontà di Surama – induce la principessa a incendiare il palazzo reale e a fuggire. Yanez con l'aiuto di Kammamuri, Tremal-Naik e della guida Timul ritrova e mette in salvo la principessa. Il romanzo termina con Yanez che - al comando delle sue truppe – si accinge ad assaltare una pagoda in cui si nascondono i capi dei cospiratori.

[font=Optima][SIZE=21][color=#222222]Altre info[/SIZE][/color][/font]
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Personaggi: Yanez, Kammamuri, Tremal-Naik

Emilio Salgari

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/71/Emilio_Salgari_ritratto.jpg


Emilio Carlo Giuseppe Maria Salgàri (Verona, 21 agosto 1862 – Torino, 25 aprile 1911) è stato uno scrittore italiano di romanzi d'avventura molto popolari. Autore straordinariamente prolifico, è ricordato soprattutto per essere il "padre" di Sandokan, del ciclo dei pirati della Malesia e quello dei corsari delle Antille. Scrisse anche romanzi storici, come Cartagine in fiamme, e diverse storie fantastiche, come Le meraviglie del Duemila in cui prefigura la società attuale a distanza di un secolo, ed è considerato uno dei precursori della fantascienza in Italia e in particolare membro del filone del romanzo scientifico. Molte sue opere hanno avuto trasposizioni cinematografiche e televisive.

Biografia
I primi anni
Nacque a Verona[1][2][3][4] nel 1862 da madre veneziana, Luigia Gradara, e padre veronese, Luigi Salgari, commerciante di tessuti presso Porta Borsari a Verona[1] e fu battezzato il 7 settembre nella chiesa di S. Eufemia. Crebbe poi in Valpolicella, nel comune di Negrar, in frazione Tomenighe di Sotto, poi abbandonata per trasferirsi nell'attuale "Ca' Salgàri".

A partire dal 1878 studiò poi al Regio Istituto Tecnico e Nautico "Paolo Sarpi" di Venezia, ma non arrivò mai ad essere capitano di marina come avrebbe voluto. Abbandonati gli studi al secondo corso nel 1881 tornò a Verona per intraprendere l'attività giornalistica.

Esordi
Il suo primo lavoro scritto fu un racconto in quattro puntate, I selvaggi della Papuasia, scritto all'età di vent'anni e pubblicato sul settimanale milanese La Valigia.[5] A partire dal 1883, riscosse un notevole successo con il romanzo Le tigri di Mompracem, pubblicato a puntate sul giornale veronese La nuova Arena, ma non ne ebbe alcun ritorno economico significativo. Tuttavia, nel medesimo anno, divenne redattore del giornale stesso. Svolse un'intensa attività con gli pseudonimi Ammiragliador ed Emilius, pubblicando popolari romanzi d'appendice, tra cui Le tigri della Malesia. Due anni dopo diventò redattore de L'Arena. Il 25 settembre 1885 arrivò anche a sfidare a duello un collega del quotidiano rivale L'Adige.
Ida Peruzzi
Nel 1883, tra il 15 settembre e il 12 ottobre, pubblicò a puntate Tay-See (riedito poi in volume col titolo La Rosa del Dong-Giang nel 1897). L'anno seguente pubblicò invece il suo "primo" romanzo, La favorita del Mahdi, scritto otto anni prima.

Nel 1887 morì la madre, mentre il 27 novembre 1889 vi fu il suicidio del padre: credendosi malato di una malattia incurabile, Luigi Salgari si gettò dalla finestra della casa di alcuni parenti. Qualche anno dopo, il 30 gennaio 1892, Emilio sposò Ida Peruzzi, un'attrice di teatro. Dopo la nascita della figlia primogenita Fatima, i Salgari decisero di trasferirsi in Piemonte, dove Emilio aveva trovato un contratto con l'editore Speirani. Stabilitisi inizialmente a Ivrea nel 1894, vissero poi nella quiete canavesana delle case di Piazza Pinelli a Cuorgnè e della vicina Alpette.[1][4].

Dal 1898 la famiglia si trasferì definitivamente in Corso Casale, 205 a Torino. Da qui Salgari poteva facilmente raggiungere in tram la Biblioteca Civica Centrale, dove trovava mappe e racconti di viaggi esotici che costituivano la base e lo spunto per le sue storie. Tra il 1892 e il 1898 pubblicò circa una trentina di opere. Nel solo triennio 1894-1896, sempre con Speirani, pubblicò ben 5 titoli: Il tesoro del presidente del Paraguay, Le novelle marinaresche di Mastro Catrame, Il re della montagna, Attraverso l'Atlantico in pallone e I naufragatori dell'Oregon. Il motivo di tutto questo lavoro erano i debiti che Salgari continuava ad accumulare, ed infatti nel 1896 lo scrittore firmò un altro contratto con l'editore genovese Donath e nel 1906 anche con il torinese Bemporad.

Il 3 aprile 1897, su proposta della regina d'Italia Margherita di Savoia, Salgari venne insignito dalla Real Casa del titolo di "Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia"[6][7]. Ciononostante la sua situazione economica non migliorò, ed anzi a partire dal 1903, quando la moglie iniziò a dare segni di follia, si moltiplicarono i debiti che fu costretto a contrarre per poter pagare le cure. Nel 1910 la salute mentale della donna peggiorò ulteriormente e nel 1911 dovette entrare in manicomio.

Il declino
L'ultima dimora di Emilio Salgari a Torino in Corso Casale 205, con la targa commemorativa


« A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna. »

(Emilio Salgàri)


I contratti obbligarono Salgàri a scrivere tre libri l'anno e per mantenere quei ritmi fu costretto a scrivere tre pagine al giorno. Scriveva [senza fonte] Inoltre, dirigeva contemporaneamente un periodico di viaggi. Più che un problema di sottocompensi in proporzione alla mole di lavoro